Lorella Fabro

Critici

Vele che svelano

(emozioni nella pittura di Lorella Fabro)

La luce traccia con il colore un incantevole disegno, che man mano diventa pittura. Ciò avviene in un luogo intimo e segreto, che in un caso come questo, è esclusivamente il cuore di Lorella Fabro... dal buio alla luce e nuovamente dalla luce al buio, un viaggio continuo anche in assenza di vento...

L’opera, non più come centro assoluto dello sguardo, ma punto prefissato da una sensuale volontà per incontrare il proprio destino... il colore certamente esiste; racchiuso in forme armoniche, diluito in una sua forte ed intensa musicalità; ma il tracciato delle emozioni rimane legato a mirabili riflessi d’oro che celebrano il sole, in tutta la sua bellezza e potenza. Ed è questo sole a condizionare tutto; a simboleggiare la vita e lo splendore come forze ben visibili anche se colte di nascosto dentro improbabili ed impensabili orizzonti... così come il mare, bacino emozionale, visto e rivisto, letto e riletto parecchie volte fino alle interpretazioni più magiche e personali può apparire improvvisamente come un prato di vele fiorito...

La pittura di Lorella è fascino puro di un percorso seguito con l’anima prima che con gli occhi... Quale sarà il probabile ipotetico punto d’arrivo? Ma davvero ci sarà in questo curioso viaggio-pittura un punto d’arrivo, un porto sicuro dove soffermarsi a lungo?

Marco Lucio Zorzi

Se è vero, come dice Platone, che la psiche umana è soggetta a precipitare nell’abisso dionisiaco o a innalzarsi verso le supreme sfere dell’intelletto, allora anche la dimensione quotidiana dell’anima si muove alternativamente, come il giorno e la notte, fra i due poli opposti dell’esperienza e della conoscenza di sé.

Soggetta ad oscillare perennemente tra il desiderio di bellezza che sconfina nell’eros e nel pathos sensoriale e il desiderio di verità che si dispiega nella ricerca di immagini e di simboli da contrapporre all’insostenibile inerzia dell’essere, anche l’anima/opera di Fabro si sposta senza tregua lungo il filo sottile che separa, come nell’orizzonte marino, il cielo dall’acqua..

Da "Museo Hermetico" recensione di Pietro Negri filosofo della percezione.

La notte di una Venezia di luce

Veneziana, ma anche un po’ istriana e romagnola, Lorella Fabro oltre a dipingere, s’interessa di decrescita e filosofia, è vegetariana, ecologista, animalista, adora il sole e il mare e, chiaramente, anche la sua città.Ha iniziato la sua avventura all’Istituto d’Arte di Venezia, decorazione pittorica, per poi approdare all’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Emilio Vedova: ma, con gli insegnamenti “estremisti” del maestro non va molto d’accordo. Lascia quindi Venezia e si trasferisce a Milano per studiare, e poi iniziare a lavorare, come designer e grafica per alcune importanti aziende. Ma il richiamo della pittura e della laguna si fanno sentire e Lorella rientra a Venezia dove riprende a studiare frequentando la Libera Scuola del Nudo all’Accademia e perfezionandosi nelle tecniche pittoriche con il Maestro Luciano Zarotti. Il suo modello è la grande tradizione veneziana e veneta e i suoi punti di riferimento, in particolare, i simbolisti di fine ‘800 inizio ‘900 con un occhio di riguardo, forse, per Gennaro Favai e i suoi notturni veneziani. Legata al figurativo, ma con ampi spazi di libertà, sviluppa la sua ricerca nell’ambito del paesaggio e della figura femminile uscendo anche dal tracciato con una serie di dipinti dedicati al mare e alle vele dove si accosta timidamente all’astrazione mettendo in mostra una pittura solare, di movimento ed emozioni. Da qualche anno il suo interesse si è rivolto soprattutto alla città nelle sue vesti notturne. Dipinti dove esibisce maturità cromatica e compositiva e una grande sensibilità e personalità nell’affrontare un tema “difficile” come Venezia.

Anche se negli ultimi anni qualche isola di vita notturna s’è accesa qui e là, per la gioia di alcuni e il disappunto di altri, Venezia resta fondamentalmente una città che all’arrivo del buio va a coricarsi, si spegne lentamente, con dolcezza, si rintana lasciando calli, fondamenta e campi piacevolmente deserti, disponibili ai passi di chi assapora silenzi e suggestioni della notte. Una città senza assembramenti, ammucchiate, spritz e musica che rifiata, si rilassa, ritrova la sua intimità e il suo incanto. Riposano le pietre, i gradini dei ponti, l’acqua, le barche, riposa il vecchio liquido cuore stanco di Venezia e si abbandona ad un lento pulsare, ad un lieve respiro di nostalgia. In questa muta città assopita entra con la sua pittura, la sua passione e devozione Lorella Fabro ritrovando la sua venezianità nel calore accogliente del calar della sera. Non c’è anima viva, solo il piacere di un’epifania di luci sfavillanti e di ombre, di lievi foschie e di oscurità profonde, di scorci noti e da scovare muovendosi di sestiere in sestiere lungo itinerari fatti di canali e rii. E’ un’intima adorazione di un paesaggio, sguardo-percorso-idea che si nutre di sensazioni e brividi e, immagato,si abbandona a una vibrante messa in scena magica, quasi fiabesca. “La pittura di Lorella - ha scritto Lucio Marco Zorzi – è fascino puro di un percorso seguito con l’anima prima che con gli occhi”. Ed è questa la forza e la particolarità di una Venezia che l’artista vede, sente e racconta con il suo animo, i suoi impasti di colore, con le sue manciate di foglie d’oro e d’argento, con gli inserti rugosi di carta giapponese e, a volte, di qualche perlina. Una città che si accende di lampioni, luci di abitazioni, scie, raggi e cascate luminose, fiammelle tremolanti, riflessi d’acqua...Fonti di luce che non accecano né offendono ma sono parte viva e crepitante di una visione di una città interiorizzata, rivisitata e trasfigurata. Una Venezia per pochi intimi illuminata da una pittrice che ama il sole e lo riporta in vesti d’oro nelle sue notti. In questo incontro di lucentezze e oscurità, si sviluppa una pittura che sa essere tradizionale e innovativa, un figurativo eccitato, ardente, capace di fare di un sereno notturno lagunare un evento, un’esplosione di pura emozione. Una Venezia creatura viva, preziosa, mobile e misteriosa che nella notte recupera il suo spirito di luce e si fa meraviglia.

Emanuele Horodniceanu, Venezia, Bistrot de Venise 18 ottobre 2012